Come “How I met your mother” ci insegna l’amore

How I met your mother – E alla fine arriva mamma! – è una serie cult statunitense prodotta dal 2008 al 2014, che include ben 9 stagioni di ilarità e leggerezza.

Si tratta apparentemente della classica sit-com con le risate in sottofondo, ma che man mano che si procede entrando dentro la vita dei suoi protagonisti, seguendone l’evoluzione e la crescita, rivela un lato che infine arriva a sorprenderci: la ricerca e il significato dell’amore.

Sì, fin qui tutto bello e quasi scontato, un classico – direte voi – un tradizionale argomento sempreverde: ma dove sta la novità rispetto all’amore? Contestualizziamo.

I protagonisti sono dei giovani adulti che all’inizio della prima stagione si aggirano attorno ai 30 anni: uno di loro – Marshall – è laureato in legge, l’altra – Lily, fidanzata con Marshall – è un’insegnante d’asilo, e infine Ted è un architetto giovane e single, non ancora catapultato nel mondo del lavoro. I tre sono coinquilini nonché vecchi compagni di college, e alla troupe si aggiunge in seguito Barney, instancabile donnaiolo, il cui lavoro svolto all’interno della banca rimane un mistero fino alla fine della serie, e Robin, una reporter canadese conosciuta nel celebre Pub che gli amici frequentano – il MacLaren’s – di cui Ted si innamora a prima vista e che entrerà ben presto a far parte del gruppo.

Ted è la voce narrante della storia ambientata a New York, che nel 2030 narra ai suoi figli ormai adolescenti, di come ha incontrato la loro mamma. Il Ted del futuro è ovviamente un narratore poco credibile visto che sta cercando di ricordare una storia a distanza di più di vent’anni dalla stessa, quindi tende a raccontare gli eventi passati in maniera errata e/o distorta, a volte anche mentendo; questo espediente narrativo è stato un punto chiave di molti episodi della serie. Ci vorranno ben 9 stagioni e 6 anni di produzione per arrivare a vedere il volto di quella che diventerà la sua futura moglie, partendo da molto lontano: precisamente dal 2005, anno in cui conosce Robin Scherbatsky, con cui intratterrà un rapporto di amicizia/amore, fino ad arrivare a incontrare e sposare la donna dei suoi sogni.

Nel frattempo, un lungo dispiegarsi di peripezie si staglia sul suo cammino e su quello dei suoi amici: tranne che per Lily e Marshall, insieme dai tempi del college, per Ted, Robin e Barney le prospettive si fanno più frastagliate, passando per vari legami di coppia (anche se nel caso di Barney parliamo di avventure occasionali) formatisi poi infranti, ognuno investito di varie aspettative e credenze, diventato poi strascico delle esperienze sentimentali successive.

Una cosa è certa: Ted è da sempre alla ricerca del vero amore, ed ha le idee molto chiare sul proprio futuro: sposarsi, avere due figli, passare con una persona il resto della sua vita. In particolare, è stata la decisione di Marshall e Lily di sposarsi a portare Ted a riflettere sul matrimonio e sulla ricerca della dolce metà.

Ebbene, quella riflessione si trasformerà poi in un instancabile chiodo fisso, che spingerà il nostro protagonista alla ricerca della donna giusta, quella che fa dire “è lei, l’ho incontrata, è colei che aspettavo da tempo”. Inoltre, nel susseguirsi delle stagioni veder crescere la sua stabile e duratura coppia di amici ce ne presenta dei tratti interessanti, ma soprattutto reali.

Marshall e Lily infatti, dal momento in cui si sono conosciuti al primo anno di college non si sono mai separati, e vivono e costruiscono una relazione stabile, sono due ragazzi forti e sicuri del loro sentimento ma soprattutto non hanno paura di esprimere le proprie idee, i legittimi dubbi riguardo al futuro e le questioni che li dividono. Nella serie vengono mostrati gli alti e i bassi della coppia: Lily ad un certo punto lascia Marshall e la città per seguire il suo grande sogno di frequentare una scuola d’arte a San Francisco. Lily è una giovane donna quando compie questa scelta, che si trova fra le mani una relazione quasi decennale che si accinge a evolversi in un matrimonio, una famiglia, alla quale lei non è pronta. Vengono messe quindi in discussione le proprie ambizioni, la propria idea di realizzazione personale, ma quello che più si evince nel corso degli episodi è la voglia di venirsi incontro, di andare avanti, senza mai mettere in dubbio il sentimento provato verso il partner.

Durante le loro discussioni, quando sentono di essere al limite, stracolmi di emotività e sul punto di ferirsi a vicenda, per uscirne momentaneamente utilizzano una formula condivisa: uno dei due dice “pausa”, per evitare che la situazione degeneri. In quello spazio la lite può momentaneamente interrompersi per darsi a gesti di affetto, o semplicemente occuparsi di altro e riprenderla in un secondo momento.

Il termine che più viene in mente seguendo e osservando le vicende di questa coppia è il seguente: l’inseparabilità. È presente la voglia di restare insieme, inconfutabile la maturità del loro legame. Verso la fine della serie i due dovevano trasferirsi in Italia ma Marshall decide di accettare un lavoro come giudice senza prima consultare la consorte. Tutto ciò accade nel mezzo del matrimonio di Barney e Robin, mentre Lily è furiosa in hotel e Marshall è con il figlio a cercare disperatamente di raggiungerla. Dopo una “pausa” riconciliatrice i due iniziano a discutere. Nelle scene è evidente la delusione, la voglia di farsi valere la paura di affrontare un discorso dal quale non sapevano come sarebbero usciti. Tuttavia nemmeno un secondo i due hanno dubitato che ne sarebbero usciti insieme.

Un discorso a parte merita il narratore della storia, Ted, che passando per varie relazioni non perde mai di vista quello che considera l’amore della sua vita, Robin, e ad ogni relazione conclusasi tenta di rimettersi in gioco, senza mai arrendersi di fronte alla speranza di realizzare il sogno di sposarsi con la donna che ama. Ted è un personaggio di per sé piuttosto imbranato, ma che possiede la predisposizione a prendersi cura delle persone che ama: innamorato dell’amore fino allo stremo, vedrà finalmente realizzarsi il desiderio ardentemente rincorso di incontrare la sua dolce metà. Ma come vedremo l’amore della sua vita resta un’altra persona, Robin, che proprio per amore accetta di veder sposare il suo migliore amico Barney, certo del fatto che fosse la scelta più appropriata.

Quali insegnamenti sull’amore? La voglia di crederci, di perseverare nella sua ricerca. A più riprese questa serie è in grado di portarci sul punto della commozione, per le risonanze emotive scaturite che appaiono così prepotentemente reali.

Come scriveva Erich Fromm all’interno del suo celebre libro “L’arte di amare”, il primo passo è quello di convincersi che l’amore è un’arte così come la vita è un’arte: se vogliamo sapere come amare dobbiamo procedere allo stesso modo come se volessimo imparare qualsiasi altra arte.

Erich Fromm opera anche un’interessante distinzione fra vari tipi di amore, in particolare fra l’amore maturo e l’amore immaturo. Scrive:

“L’amore infantile segue il principio: amo perché sono amato. L’amore maturo segue il principio: sono amato perché amo. L’amore immaturo dice: ti amo perché ho bisogno di te. L’amore maturo dice: ho bisogno di te perché ti amo.”

Proprio vedendo la serie, ritornando alla contestualizzazione dell’età dei personaggi, possiamo assistere ad un progredirsi di situazioni che ci portano a immedesimarci e a gustare il frutto di un amore maturo, un amore che scende a compromessi, che ha voglia di creare, di evolversi, di stabilirsi all’interno di una squadra, in cui i membri della coppia hanno voglia di vincere insieme.

Erich Fromm spiega che l’amore non è soltanto una relazione con una particolare persona: è un’attitudine, un orientamento di carattere che determina i rapporti di una persona col mondo, non verso un “oggetto” d’amore. Poiché non si vede che l’amore è un’attività, un potere dell’anima, si ritiene che basti trovare l’oggetto necessario e che, dopo ciò, tutto vada da sé.

“Questa  teoria può essere paragonata a quella dell’uomo che vuole dipingere ma che, anziché imparare l’arte, sostiene che deve solo aspettare l’oggetto adatto, e che dipingerà meravigliosamente non appena lo avrà trovato. Se amassi veramente una persona, amerei il mondo, amerei la vita. Se posso dire a un altro “ti amo”, devo essere in grado di dire, “amo tutti in te, amo il mondo attraverso te, amo in te anche me stesso”.” (p.30)

Amare qualcuno è la realizzazione e la concentrazione del potere d’amore. “L’affermazione fondamentale contenuta nell’amore è diretta verso la persona amata come verso un’incarnazione di qualità essenzialmente umane.” (p.37)

Tutto questo la serie ce lo insegna. Unica pecca? Non sono presenti esempi di amore omosessuale, ma per fortuna sono presenti serie a tema, come la celebre “The L world”.

Vorrei concludere con una significativa poesia di Alda Merini, che ci accorre in aiuto nell’esplicazione di questa tematica:

“Mi parlano spesso dell’amore

e io, quando mi sento offrire

con tanta leggerezza un problema così grave,

inorridisco.

L’amore è qualcosa

che può capovolgere la storia,

può dannare un’anima

o farla salire in paradiso:

è questione di fortuna.

L’amore è una piramide alata

con radici ben profonde nella terra.

Amore e morte sono la stessa cosa.

L’uomo innamorato non conosce il suo destino:

sa che è stato colpito a morte

da un evento storico,

sa che può morirne,

perché l’amore è un accadimento miracoloso.”

Bibliografia

Fromm, E. (ed. it 2016). L’arte di Amare. Milano: Mondadori.


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