Il menarca femminile, evento che dà inizio alla possibilità di procreazione da parte della donna, rappresenta un avvenimento noto e culturalmente denso di significati: viene infatti spesso comunicato alle famiglie o alle persone di riferimento e talvolta anche celebrato.
Lo stesso non si può però dire del semenarca: la prima eiaculazione maschile, di fronte al quale gli esponenti di questo genere si trovano tendenzialmente piuttosto impreparati.
Le ragioni della mancata comunicazione dell’evento da parte del ragazzo e della scarsa preparazione all’accadimento da parte delle famiglie risultano potenzialmente sconosciute: forse questo episodio, da sempre considerato il fulcro del passaggio dall’infanzia all’età adulta ed altrettanto notevole quanto la prima mestruazione, potrebbe venire sottaciuto per privacy o perché dato per scontato; tuttavia, non sembra ricoprire un ruolo rilevante all’interno della cultura, per lo meno quella occidentale.
Non tutti i ragazzi nel periodo prepubere sono infatti a conoscenza del verificarsi di tale circostanza: d’improvviso, una notte, accade.
Il fatto di non parlarne potrebbe rappresentare il riflesso di un tabù sociale dovuto alla sua stretta connessione con “il desiderio sessuale, la masturbazione, la polluzione notturna e l’orgasmo” (Frankel, 2002, p.37) che indurrebbe difficoltà nei genitori dell’adolescente a discorrerne apertamente e con naturalezza.
Eppure, nonostante lo scarso numero di ricerche a riguardo, gli studi ci dicono che la maggior parte degli uomini riporta reazioni positive e si mostra curioso ed interessato rispetto a quanto accade. Allo stesso tempo, però, i ragazzi sembrano non parlare a nessuno di questa esperienza (Frankel, 2002): atteggiamento, questo, che suggerisce un’intrinseca contraddizione verso il fenomeno.
Che cos’è e cosa rappresenta il seminarca?
Come accennato, il semenarca rappresenta la prima eiaculazione maschile, che si verifica solitamente tra gli 11 e i 15 anni (Nielsen et al., 1986; 1986b). La prima eiaculazione generalmente avviene in concomitanza al primo orgasmo puberale, benché potenzialmente una sensazione di piacere simil-orgasmico può incorrere anche in età infantile pur venendo quasi sempre dimenticata o non percepita in quanto tale nel momento in cui si verifica. Proprio a causa di questa dimenticanza, il maschio tende ad associare il semenarca al primo orgasmo penieno, in cui l’eiaculazione si pone come effetto collaterale del rilascio della tensione sessuale. Per tali ragioni, “interpretare il semenarca maschile come controparte del menarca femminile può essere meno appropriato dell’interpretarlo come l’orgasmarca femminile” (Chad, 2018, p.1).
È stato trovato che durante la prima pubertà l’eiaculato può anche non contenere sperma (Janczewski & Bablok, 1985). Oltretutto, non tutti sono a conoscenza del fatto che il liquido seminale maschile contiene inizialmente soltanto una piccola quantità di volume e non presenta carattere di fertilità per via dell’immaturità degli spermatozoi, i quali inizieranno ad assumere potenzialità riproduttive a 12-14 mesi di distanza dalla prima eiaculazione (Janczewski & Bablok, 1985); allo stesso modo, i primi cicli femminili possono essere anovulatori (Apter, Viinikka, & Vihko, 1978). Dopo questo periodo lo sperma inizierà finalmente a mostrare una morfologia ed un volume tipici di un maschio adulto, oltre che alla liquefazione del seme e concentrazione di spermatozoi.
Nello studiare l’esperienza del semenarca ci si affida tipicamente a strumenti self-report, sebbene questi studi puntino necessariamente a focalizzarsi sulla prima eiaculazione cosciente piuttosto che su quella notturna, la quale risulta quasi completamente sconosciuta (Chad, 2018). Va poi considerato che il campione che sceglie di partecipare a ricerche svolte con interviste o questionari self-report comprende soggetti che considerano la masturbazione come la più comune forma di semenarca, in cui l’emissione notturna involontaria viene percepita come la seconda più comune (ibidem).
In realtà, anche se un ruolo di primo piano fra gli eventi associati all’età puberale è giocato dalla masturbazione, l’eiaculazione può avvenire anche in assenza di quest’ultima tramite emissioni notturne.
Dal punto di vista biologico, si attiva una sorta di meccanismo innato che fa sì che l’eiaculazione si verifichi in adolescenza anche in assenza di influenze culturali. È rilevante che la prima eiaculazione si verifichi grazie ad un segnale biologico piuttosto che in seguito all’avvio di una vita sessuale attiva, per far in modo che vengano rilasciati sia gli spermatozoi ed il liquido genitale in eccesso che la tensione sessuale cerebrale.
Levin, a metà degli anni ‘70, aveva proposto che l’emissione notturna avvenisse sia per minimizzare l’iperspermia (diluizione dello sperma) che la teratospermia (anormalità dello sperma), assicurando così un ottimale contenuto del seme durante il rapporto sessuale. Baker e Bellis (1993) hanno potuto dimostrare l’ipotesi avanzata dall’autore appurando che l’eiaculazione fuori dal rapporto sessuale completo migliorasse l’adeguatezza riproduttiva dello sperma emesso durante quest’ultima attività, a seguito della riduzione della quantità di sperma vecchio, così che l’ammontare del liquido seminale trattenuto dalla donna potesse risultare inalterato.
L’eiaculazione non sembra verificarsi come un evento spontaneo indipendente, si costituisce bensì come l’apoteosi delle funzioni sessuali maschili: eccitazione, erezione, emissione ed eiaculazione, in cui l’emissione viene definita come il trasporto degli spermatozoi dall’epididimo all’uretra prostatica – la quale è divisa in due sfinteri tra loro vicini – che grazie all’eiaculazione riescono a fuoriuscire all’esterno.
Una delle proposte fornite per spiegare il segnale di avvio dell’eiaculazione è stata avanzata da Levin (2005) ed include il glande penieno, il midollo spinale ed il cervello. I neuroni lombari spinotalamici (LSt) fungerebbero da mediatori di informazioni tra il sistema riproduttivo ed il cervello, individuati in seguito (Staudt et al., 2012) avere un ruolo critico nel regolare l’eiaculazione nei ratti. Inoltre, i neuroni LSt farebbero parte del generatore spinale per l’eiaculazione (SGE), il quale governa i sistemi cerebrali somatici (volontari) ed autonomi del sistema nervoso periferico (Clement & Giuliano, 2016). Per questo, appare molto probabile che il semenarca costituisca un evento del sistema nervoso centrale, che durante l’adolescenza innesca attivazioni delle reti neurali implicate grazie anche al contributo dei segnali ormonali.
Al di là dell’implicazione prettamente biologica, la prima eiaculazione maschile rappresenta un fenomeno che assume una certa rilevanza anche dal punto di vista sociale. La Società attualmente evita di parlare dell’adolescente alle prese col suo primo episodio eiaculatorio, in cui per la prima volta diviene invece consapevolmente capace di vivere il suo corpo come corpo sessuato: esperienza che lascia un’intensa e duratura impressione sul ragazzo. Infatti, l’esperienza del semenarca è certamente positiva ed eccitante – rinforzata dall’immaginario della potenza legata alla virilità maschile – ed elicita un’ampia varietà di emozioni che vanno dalla curiosità alla sorpresa, dalla piacevolezza alla confusione, provocando talvolta perfino distress (Frankel, 2002).
Quindi sarebbe bene, a partire dal nucleo familiare e via via estendendo l’educazione sessuale nelle scuole, fornire ai giovani informazioni che possano prepararli ai cambiamenti del corpo che evolve, per renderli degli adulti che sappiano dialogare col proprio corpo, esplorarlo senza vergogna e senza vergogna porsi di fronte al mondo che con loro si trasforma.
BIBLIOGRAFIA
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Staudt, M. D., Truitt, W. A., McKenna, K. E., de Oliveira, C. V. R., Lehman, M. N., & Coolen, L. M. (2012). A pivotal role of lumbar spinothalamic cells in the regulation of ejaculation via intraspinal connections. The Journal of Sexual Medicine, 9, 2256–2265.
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